Cronologia degli eventi di guerra salienti e delle azioni che hanno coinvolto direttamente il 120° Reggimento artiglieria motorizzato (artiglieria divisionale della divisione Celere P.A.D.A.).
Le fonti storiche sono varie ma la cronologia si basa soprattutto sul “Diario storico militare di reggimento“: Archivio dell’Ufficio storico dello Stato maggiore dell’Esercito, Fondo N/1-11, busta 629, diario storico del 120° Reggimento artiglieria motorizzato, febbraio-marzo 1942.
PS. L’elenco della cronologia è in continuo aggiornamento. Molti episodi potrebbero non essere ancora pubblicati.
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CONOLOGIA IN VERTICALE
"Nuove vampe nella grande fiamma"
Lo Stato Maggiore costituisce il 120° Regg. Artigl. Mot. presso la Caserma Piave, il deposito del 20° Reggimento Artiglieria Piave sito in Riviera San Benedetto.
Il 120° si prepara per il fronte e si addestra sotto gli ordini del Colonnello Dino Di Janni. Verrà destinato al CSIR
17l 20° reggimento dona al 120° reggimento artiglieria motorizzato, lo Stendardo, che viene benedetto alla presenza del comandante della “Divisione Piave” generale Roncaglia.
Tra il 5 ed il 26 gennaio 1942 si svolse la prima scuola tiro del reggimento in provincia di Vicenza.
Nel periodo della scuola di tiro, lo Stato Maggiore del Regio Esercito dispose di assegnare alle dipendenze della divisione celere “Principe Amedeo Duca D’Aosta”, in corso di trasformazione in grande unità motorizzata entrando a far parte del “Gruppo d’intervento Ovest” dell’esercito tedesco.
Il reggimento era costituito da:
• Comando;
• Reparto comando;
• Reparto munizioni e viveri;
• I gruppo di obici da 100/17 mod.14;
• II e III gruppo cannoni da 75/27 mod. 11;
• 93ª batteria contraerei da 20/65 (mod. 35);
• 101ª batteria contraerei da 20/65(mod. 35).
L’8 febbraio iniziò il trasferimento sul fronte russo (precisamente dopo la mezzanotte alle ore alle 0,25 del 9 febbraio 1942). Prima per ferrovia, poi su via ordinaria con una marcia di oltre 1000 km lungo le strade, alcune volte neppure tracciate, sotto continue tormente di neve.
IL 15 febbraio arrivano in Russia il I e il II gruppo 120°.
Assegnato al “Gruppo d’intervento Ovest” dell’esercito tedesco.
Arrivo anche del III gruppo del 120° a Tighina, testa di sbarco dei convogli ferroviari e II gruppo. Appena scaricato, sollecitati dalle autorità, ogni scaglione inizia, per la maggior parte di notte, il trasferimento per v.o.
Il I e del II gruppo 120° giungono a Odessa (a 140 km circa da Tighina). Il Comando di reggimento, col Reparto comando di reggimento, Reparto munizioni e viveri e il III gruppo si trasferiscono di notte da Tighina a Tiraspol (10 km circa).
Il II gruppo è a Odessa, il III gruppo è a Tiraspl mentre il I gruppo si sposta da Odessa a Nicolajew percorrendo 130 km circa.
Il Comando di reggimento, il Reparto di comando reggimento e il Reparto munizioni e viveri si spostano per 130 km da Tiraspl a Odessa.
Un Numero impostante di dispositivi di aderenza si rompono a causa di scarsa resistenza del materiale.
Il disgelo superficiale intanto rende difficile la percorribilità delle piste.
Il I gruppo ha raggiunto Nicolajew dove a sera arriva anche il II gruppo mentre il III gruppo raggiunge Odessa dove sosteranno anche il Comando di reggimento, il Reparto comando di reggimento e il Reparto munizioni e viveri.
Vengono eseguite piccole riparazioni e ricariche sommarie di molti accumulatori presso una officina tedesca.
Il I gruppo e il II gruppo sono a Nicolajew mentre il III gruppo è arrivato a Odessa.
Il Comando di reggimento, il Reparto comando di reggimento e il Reparto munizioni e viveri raggiungono Nikolajew su una pista dalle buone condizioni di praticabilità.
Il Comando di Reggimento, il Reparto comando di reggimento, il I gruppo e il Reparto munizioni e viveri partono da Nikolajew per raggiungere Krivooi Rog che si trova a circa 200 Km di distanza. Le pessime condizioni di percorribilità della pista, a causa del fango, rende il viaggio difficoltoso. L’impreparazione degli autisti rivela tutte le difficoltà nel gestire i mezzi in condizioni ambientali nuove, di eccezionale portata tanto che un elevato numero di autocarri e trattori è reso inefficiente.
I e II gruppo partono da Nikolayew per Krivooi Rog mentre le altre colonne si muovono su piste difficili da percorrere tanto che bisogna organizzare il soccorso con altri mezzi e uomini specializzati. Interviene anche l’organizzazione Todt. Si verificano i primi congelamenti di primo grado agli arti inferiori.
Arrivo a Kriwoi-Rog di elementi isolati dl Comando di reggimento, del Reparto munizioni e viveri e del I guuppo. Si intensifica l’opera di soccorso. Elementi del Comando di reggimento si trasferiscono da Kriwoi- Rog a Dnjepropetrowsk per un tragitto di c irca 155km. Il III gruppo è in trasferimento da Nikolajew a Nowi-Bug mentre il II gruppo si muove con difficoltà verso Kriwoi-Rog.
Primi elementi del II gruppo raggiungono Kriwoi-Rog mentre il III gruppo completa il suo trasferimento a Nopwi-Bug. Il Comando di reggimento inizia il funzionamento a Dnjepropetrow precedendo l’ordine di raggiungere la città alle dipendenze del Generalmajor Steinbauer, Comandante il Gruppo di manovra Ovest.
Nel frattempo continua l’opera di soccorso stradale a Kriwoi-Rog.
Il Comando di reggimento è a Dnjepropetrowks dove giungono anche elementi del Reparto comando di reggimento e del Reparto munizioni e viveri. Il I e II gruppo sono a Kriwoi-Rog per completarsi. Il disgelo impedisce ogni movimento ai mezzi, le piste sono impraticabili dal fango. Il III gruppo sosta a Nowi-Bug. Le autorità fermano il transito. Il generale Steinbauer però sollecita il movimento per concentrare il reggimento a Dnjepropetrowk a seguito dell’esigenza operativa di intervenire nella “sacca” creatasi a nord di Pawlograd.
Comando di reggimento, Reparto comando di reggimento e Reparto munizioni e viveri sono a Dnjepropetrowsk. Il III gruppo arriva a Kasanka che si trova tra Nowi-Bug e Kriwoi-Rog. Il I e II gruppo a Kriwoi-Ro non sono ancora completati a causa dell’impossibilità di proseguire.
Indirizzo operativo del Col. Com. e ordine N.1 dello Stato Maggiore Steinbauer.
Invariata la dislocazione dei reparti, viene assegnato al Comando di Reggimento:
– un ufficiale di collegamento tenente di fanteria tedesca Paul Rhese.
– un interprete, caporale del Corpo alpino tedesco Franz Unteregelsbacher.
Invariata la dislocazione dei reparti, il Colonnello Di Janni e due ufficiali del Comando di reggimento, procedono (da base Dnjepropetrowk) a fare accertamenti sulla viabilità percorrendo varie direttrici:
- I° – Nowomoskowk – Pawlograd – Werbki – Juryewka – Shemtschushoje (vedi Zhemchuzhne) – Ssokolje (forse l’attuale Sokil’s’ke) (100 km circa).
- II° – Nowomoskowk – Pawlograd – Dimitrijewka – Iwanowka – Rischtopowka (63 km circa).
- III° – Nowomoskowk – Wonolie -Nowopetrowka – Bogatenko – Orcangelskaja – Ischernjawschtschina – Isokolia (80km circa).
alle ore 12.00 si costituisce il “Raggruppamento tattico Lombardi” comandato dal Colonnello i.g.s. Carlo Lombardi alle dipendenze della I Armata Corazzata tedesca formato da:
– 6° reggimento bersaglieri
– 106^ compagnia motociclisti
– 272^ compagnia anticarro
– 120° reggimento artiglieria motorizzato.
Tramite un ufficiale tedesco, giunge un ordine segreto del Comandante Steinbauer riguardante lo spostamento, da eseguire entro il 1 marzo, del 120° reggimento artiglieria motorizzato e del 6° reggimento Bersaglieri da Krivooi Rog a Dnjepropetrowsk (e Pawlograd) per costituire un “gruppo d’assalto ovest” a supporto del gruppo d’Armata Von Klaist che, su pressione russa, deve a tutti i costi mantenere il fronte già conquistato intorno alle regioni di Pawlograd-Postyschewo.
Il I e il II gruppo iniziano il trasferimento da Krivooi Rog a Dnjepropetrowsk mentre il III gruppo parte da Kasanka (Kazanka).
La marcia è però ostacolata dal disgelo del terreno tanto che l’organizzazione Todt deve abbattere una casa per colmare un pantano e consentire, a fatica, la ripresa del movimento.
Il Comando del Raggruppamento tattico Lombardi, su richiesta dal Comando d’armata, ordina di spostarsi e concentrarsi, con grande urgenza con tutto il raggruppamento, dalla zona di Dnjepropetrowsk alla zona di Pawlograd, modificando un precedente ordine firmato dallo stesso Colonnello Carlo Lombardi.
Dunque arrivo a Dnjepropetrowsk del I e II gruppo.
I reparti del 120° si trasferiscono da Pawlograd:
Trasferimento nella mattinata
Comando di regimento, Reparto comando e Reparto munizioni e viveri.
Trasferimento nel pomeriggio
I e II gruppo mentre il III gruppo giunge a Dnjepropetrowsk .
A Dnjepropetrowsk vengono lasciati i materiali in esubero prevedendo che possano essere utili per un intervento nella “sacca”.
Il Coloonnello i.g.s. Carlo Lombardi ordina che i reparti del 120° si accantonino:
– Comando reggimento a Pawlograd in piazza dell’Asse.
– I gruppo nell’ex caserma russa.
– II gruppo al poligono sulla strada Pawlograd-stalino.
– III gruppo a 6 km circa dall’abitato di Pawlograd.
Con la raccomandazione di curare il mascheramento e l’occultamento dei mezzi a causa delle incursioni aeree russe.
I reparti giungono alle rispettive posizioni:
– Comando di reggimento e Reparto munizioni e viveri a Pawlograd.
– I e II gruppo in località Poligono (8 km da Pawlograd).
– III gruppo a Dnjepropetrowsk.
Per la prima volta dopo la partenza dall’Italia, il reggimento è tutto riunito e pronto per l’impiego presso la zona Poligono di Pawlograd dove giunge anche III gruppo proveniente da Dnjepropetrowsk.
Orientamento operativo ed elogio del Colonnello Comando al III gruppo, al Reparto comando di reggimento e al Reparto munizioni e viveri.
Comandante del II gruppo in riorganizzazione: Boguslaw-Lukeriewko
Si stila il rapporto dei comandanti di gruppo e di batteria.
Il comandante del I gruppo va in ricognizione a:
Werlki-Lukerjeroko
e a Boguslaw–Bogdanowka–Marjskaj–Nicolajewka > (vedi perscorso).
Dislocazione reparti invariata. Perdura il maltempo, forte bufera di neve a si sospende ogni transito. Strada per Dnjepropetrowsk bloccata.
Temperatura minima -12 gradi.
Situazione invariata. Saluto augurale del Generale Giovanni Messe, comandante del Csir.:
“ore 16,15 alt – Porgete mio fervido affettuoso saluto agli ufficiali ed truppa 6° bersaglieri et 120° artiglieria alt sono certo che ovunque combatteranno sapranno affermarsi grandemente fedeli at loro compito ed accrescere patrimonio gloria C.S.I.R.”
Il 120° Reggimento Artiglieria Motorizzato passò effettivo alla Divisione Celere PADA (Principe Amedeo Duca D’Aosta)
Il 30 maggio il Ministero della guerra concesse al 120° reggimento artiglieria motorizzato il motto araldico: “Nuove vampe ne la grande fiamma”
NB: Nella foto in alto si riproduce la Drappella del 120° Artiglieria da campagna semovente “PO” consegnata al Comando Brigata “Pozzuolo del Fiuli” in cui si legge il motto di cui sopra.
Il 1° giugno 1942 avvenne il passaggio delle consegne tra il colonnello Dino Di Janni ed il tenente colonnello De Simone al comando del reparto.
Il 6 giugno 1942 si costituì, presso il reggimento, la 10ª batteria controcarro armata di cannoni da 75/34 mod. 97/38 di provenienza tedesca.
La mobilitazione venne sanzionata dall’Ufficio Ordinamento dello Stato Maggiore del Regio Esercito con la circolare n. 46230 in data 12 settembre 1942, come 75ª batteria da 75 mod. 97/38 anticarro, assegnata al 120° art. “P.A.D.A.”, con centro di mobilitazione il deposito del 20° art. d. f. a Padova).
Il 27 giugno 1942, presso Nowo Jwanowka, si sferrò, contro le linee tenute dalla 3ª Divisione Celere, un attacco in forze russo che venne nettamente respinto grazie anche agli interventi di fuoco del I e del III gruppo del 120° reggimento.
Il 120° Reggimento Artiglieria Motorizzato partecipa, con altri reparti, alle operazioni per la conquista del munitissimo caposaldo di Jvanovka e dell’importante bacino carbonifero di Kransij-Lutsch (quadrivio di Artema).
All’alba del 12 luglio 1942, concorre con il I gruppo cannoni da 75/27, alle operazioni delle Divisione Celere per la conquista del bacino minerario di Mius-Krasnyj-Lutsch. A causa però di violento temporale, i mezzi sono costretti a fermarsi e a rallentare, tanto da costringere il proseguimento a piedi. L’avanzata si arresta anche a causa dei campi minati e di attacchi russi.
Nella serata (ore 18.00) fa parte della colonna “Salvatores” formatasi per puntare su Petrovenki. La colonna viene arrestata dalla resistenza russa sul quadrivio di Artema.
Alle prime luci dell’alba del 14 luglio 1942, il III gruppo del 120° partecipa con la Divisione Celere, complice l’oscurità, all’attacco di sorpresa per posizionarsi su quota 360,2. Posizione determinante per la successiva avanzata su Ivanovka. La Divisione Celere, unitamente alla Divisione Pasubio e altri reparti, subisce gravi perdite ma cattura oltre 200 prigionieri con altro bottino di guerra.
Alle ore 6.00 l’attacco delle forze italiane è contrastato dalle forze di fanteria russe coadiuvate da mortai e Katiusce dell’esercito sovietico posizionato in profondità e protetto da reticolati, campi minati e fossi anticarro. Le perdite sono considerevoli.
Il protrarsi della resistenza delle forze russe, determina l’impiego di aviazione tedesca ma, per un equivoco, gli aerei stukas tedeschi bombardano gli italiani. A causa del fatto che i convogli italiani espongono i teli regolamentari, diversi dai quelli gialli esposti dai convogli tedeschi, gli stukas lanciano bombe sui bersaglieri che sono costretti a ripararsi improvvisamente nelle trincee appena conquistate all’esercito avversario. Così, la prima e la seconda squadriglia di stukas, provocano in totale una ventina di feriti nei reparti italiani mentre la terza squadriglia, avvertita per tempo, centra il bersaglio avversario.
Il 24 luglio 1942 la Divisione Celere riceveva l’ordine di passare a disposizione della 6° armata tedesca con il compito di eliminare la testa di ponte stabilita dal nemico sulla sponda destra del Don presso Serafimovich, che costituiva minaccia al fianco sud dell’armata.
Dopo 4 giorni di marcia e 440 km percorsi, che intendevano concentrare sulla testa di ponte due o tre divisioni col proposito di puntare verso sud ed alleggerire la pressione su Stalingrado.
Studio dello schieramento di 4 gruppi – I e II/120º; II/201º e LXII/30º – e della batteria c.c. 75/97/38 del 120º per prendere parte all’azione offensiva volta all’eliminazione della testa di ponte di Sserafimovitch (Serafimovich).
Il 30 luglio 1942 mentre si procedeva allo schieramento del 120°, i russi sferrarono un potente attacco sostenuto da 24 carri da 34 tonnellate e 16 da 26 tonnellate con l’obiettivo di sorprendere le truppe italiane. Il II gruppo del 120° cannoni da 75/27 mod. 11 riportò notevoli danni mentre la batteria controcarro e i pezzi appena schierati del I gruppo del 120° di obici da 100/17 mod.14 e del III gruppo del 120° cannoni da 75/27 mod. 11 risposero con violento contrattacco alla formazione corazzata avversaria.
L’azione del 120° Reggimento artiglieria motorizzato arginò gli attacchi dei carri in movimento, dalle minime distanze di 30-40 metri agli oltre 300 metri. A causa delle perdite i russi furono costretti a ritirarsi rinunciando alla lotta concedendo all’artiglieria italiana di conquistare la testa di ponte costituitasi a Serafimovic.
Dall’interrogatorio di prigionieri si seppe che alcuni dei carri armati erano appena usciti dalla fabbrica di Stalingrado. Alla fine 14 carri russi su 39 erano rimasti su terreno mentre per la Divisione Celere morivano 12 soldati e un ufficiale, un disperso in battaglia, 43 soldati e 11 ufficiali feriti. Il II gruppo del 120° perse 10 cannoni da 75/27, 2 mitragliere da 20 mm, 7 trattori TL 37 e 13 autocarri.
Il 31 luglio 1942 le truppe italo-tedesche proseguirono la manovra offensiva, mentre i russi si difendono con tenacia appoggiati da forze corazzate. Alcuni carri sovietici vennero distrutti da una sezione cannoni controcarri da 75/34 mentre si inoltravano nelle linee avversarie raggiungendo a breve distanza il 578° reggimento tedesco sotto il comando della Divisione Celere. Alla sera, tutti i contrattacchi erano stati respinti.
- Viene ferito gravemente il Maggiore Piazza comandante del I gruppo del 120°
- Tra i caduti, muore il sergente Castelli.
I caduti vengono seppelliti nel cimitero di Karatgisch, sulla croce venne scritto “Ma i carri armati non passarono”.
L’attacco venne ripreso a mezzanotte, portando alla conquista degli abitati di Serafimovich e Bjelajevski.
Dopo la conquista della testa di ponte sull’ansa di Serafimovich, il 6° reggimento Bersaglieri e il 120° Reggimento artiglieria motorizzato si attestano sul Don.
DAL 6 AL 14 AGOSTO 1942
Le operazioni dell’ansa di Serafimovich sul fiume Don continuarono fino al 14 agosto 1942 con cruenti combattimenti per il possesso del grande bosco tra Bobrowski e Baskovski. Al termine della battaglia di Serafimovich il nemico aveva subito forti perdite in uomini e mezzi; 47 carri armati due autoblindo della brigata corazzata erano stati eliminati: 35 distrutti, per la maggior parte dall’artiglieria ed alcuni dai bersaglieri con bottiglie di benzina, mentre 12 erano stati gettai nel fiume Don per evitare la cattura (31 carri e 2 autoblindo furono messi fuori combattimento, gli altri 16 dai tedeschi). La lotta contro i carri russi ebbe risonanza nell’Arm.I.R. e il comando artiglieria dell’8ª Armata richiese alla 3ª Divisione Celere una relazione dettagliata sulla battaglia, e in particolare sul comportamento del munizionamento impiegato complimentandosi per l’efficienza dell’artiglieria.
Il 15 agosto 1942 la Divisione Celere venne ritirata dalla linee del fuoco per riordinarsi e ripianare le perdite.
Il 22 agosto 1042 il III gruppo del 120° venne impegnato nelle alture di Jagodvij in quella che si definì “Battaglia di arresto sul Don“.
Il 22 agosto 1942 il 120° Reggimento fu chiamato urgentemente in prima linea per andare a sostenere il settore delle divisione “Sforzesca”* sottoposto ad un veemente attacco russo. Il 120° si schierò nella zona di Jagodnij, inserito in un caposaldo, dove fu costretto a sparare ad alzo zero alle minime distanze.
Dei 47 carri armati e 2 autoblindo russi, 35 furono distrutti e 12 buttati nel fiume Don.
* Per questo episodio di cedimento la Divisione Sforzesca, attaccata duramente, si guadagnò, forse ingiustamente, l’appellativo di Divisione “cicai”, ovvero della divisione che “scappa”.
Al 20 settembre 1942 il 120° Reggimento artiglieria motorizzato perde…
ARMAMENTI: 2 cannoni 75/27 mod. 11 – 2 obici da\100/17 – 2 cannoni da 75/34 – 3 mitragliere da 20/65 – 7 cannoni da 75/27 – 16 autocarri di vario tipo – 7 trattori TL37 – 2 motocicli.
UOMINI: 3 ufficiali – 26 soldati di truppa e 88 feriti – un disperso.
ASSEGNATE: 5 medaglie d’argento al Valor militare – 13 bronzo 7 croci di guerra sul campo.
Per le operazioni marzo-ottobre 1942 lo stendardo riceve la medaglia d’argento.
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CONOLOGIA IN ORIZZONTALE
Costituzione del 120°
Lo Stato Maggiore costituisce il 120° Regg. Artigl. Mot. presso la Caserma Piave, il deposito del 20° Reggimento Artiglieria Piave sito in Riviera San Benedetto.
Mobilitazione per la Russia
Il 120° si prepara per il fronte e si addestra sotto gli ordini del Colonnello Dino Di Janni. Verrà destinato al CSIR
Dono dello stendardo
17l 20° reggimento dona al 120° reggimento artiglieria motorizzato, lo Stendardo, che viene benedetto alla presenza del comandante della “Divisione Piave” generale Roncaglia.
Scuola di tiro
Tra il 5 ed il 26 gennaio 1942 si svolse la prima scuola tiro del reggimento in provincia di Vicenza.