Stralci di lettura dal libro “Diario di un reduce, il primo dalla campagna di Russia” del reduce Mario Peciola (1915 – 2003) pubblicato gratuitamente sulla piattaforma Spotify. Lo scotto da “pagare” è quello di dover ascoltare qui e lì intramezzi pubblicitari.
La voce narrante accompagna l’ascoltatore nella storia di un reduce spedito nel 1940 sul fronte russo. Come molte altre storie di reduci si raccontano le vicende del giovane soldato (permanente mitragliere, 82° reggimento fanteria Divisione Torino), che giunto in Russia con migliaia di altri commilitoni, equipaggiati male e inermi contro un esercito russo pronto a difendere strenuamente il proprio territorio. A complicare le cose ci pensa il generale inverno siberiano.
Come noto, dal fronte russo tornarono molti meno dei soldati di quelli che partirono. Lo sa bene il protagonista di questo racconto, all’epoca un giovane romano, che riesce a tornare nel 1945, dopo ben quattro anni.
Da anziano i ricordi sono ancora vivi anche perchè vergati un personale diario che il figlio decide di pubblicare in un libro estrapolando anche parte del testo per farne un podcast.
Il racconto si dipana dalla partenza fino al ritorno a casa dopo mille vicissitudini, le battaglie sul fronte attestati sul fiume Don, lo sfondamento russo e conseguente ritirata fino all’epilogo della prigionia nei gulag sovietici. A fronte di questa terribile esperienza c’è però anche spazio per i rapporti umani, incontri fortuiti o cercati con la popolazione, russa e ucraina.
Nel 1945, al suo rientro a Roma, la vita riprende. Il matrimonio, poi i figli e le sue passioni sportive ma nel cuore rimane vivo per sempre il ricordo della terra russa che tornerà a visitare in un viaggio struggente.
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