Il diario dei ricordi

Gli scritti che seguono sono dei frammenti tratti dal diario dei ricordi di guerra e da articoli pubblicati da Giuseppe Bassi che gentilmente ci fornisce di volta in volta. Sono frammenti che ci aiutano a ricostruire le tappe e le vicende che accompagnarono Bassi e il 120° reggimento artiglieria motorizzato dalla sua partenza fino alla disfatta..

di Giuseppe Bassi

Partenza per il fronte russo

Padova 8 febbraio 1942 – Dalla stazione di Padova alle or 0.25 partiva un lungo convoglio che trasportava al fronte russo il 120°Rgt.Art. Mot. Approntato l’anno precedente nella caserma Piave nella sede del 20°Rgt. Art. Pochi i famigliari rimasti al riparo nelle pensiline per l’intensa nevicata a drae l’ultimo saluto ai partenti. La neve anticipava il paesaggio che ci attendeva all’est, mentre eravamo tutti presi da un moderato entusiasmo per l’avventura bellica che avremmo vissuto a 3000 Km dalla patria. Ci risvegliammo al Brennero sotto uno splendido sole avendo già abbandonato nostalgie e rimpianti, ma rimanendo con i nostri cari ricordi che non ci avrebbero mai abbandonato! Attraversiamo di notte la stazione di Vienna in mezzo ad un intenso traffico dì treni, mentre il nostro convoglio procede velocemente verso est. Si attraversa il Danubio entrando in territorio ungherese in piena “pusta” coperta di neve ed al passaggio del convoglio dagli arbusti lungo la scarpata della ferrovia,fuggono le lepri, mentre neri stormi di corvi ci seguono gracchiando. Si scorge un piccolo quadrato cimitero immerso nella neve dove dalla croci emerge solo la parte superiore del braccio orizzontale. Sulla stradina che fiancheggia la linea ferroviaria transita una slitta trainata da una pariglia di cavalli guidata da un uomo in costume tzigano.Il giorno 11 febbraio attraversiamo la grande stazione di Budapest e il 13 febbraio siamo in Romania dove attraversiamo pittoreschi villaggi con casette in legno dai frontoni e poggioli artisticamente lavorati. Ogni tanto nella pianura si scorge in un recinto una mandria di mucche che pascolano… sulla neve! Il 15 febbraio arriviamo a Tighina, località dove termina il nostro viaggio in treno per poi procedere verso il fronte con i nostri mezzi. Il 17 febbraio siamo a Odessa già occupata dai Russi e poi ripresa dai romeni. Siamo arrivati in Bessarabia nella località di Jasi,la popolazione si avvicina al nostro convoglio per vendere uova, galline, patate e carote dando origine a un commercio che ci dà l’impressione di essere arrivati in un altro mondo: qui si può vendere anche un fiasco vuoto di Chianti per 10 uova! Il 19 febbraio arriviamo a Nikolajev, oltre il Nistro ed il 22 febbraio siamo a sulla strada per Novgorod. Si nota una ripresa della vita civile con negozi aperti e la ripresa dei lavoro nella ricostruzione dei fabbricati, ma sono le strade che sono disastrate, anche se dì collegamento fra grandi città! Il 10 marzo la censura mi cancella dalla lettera la località; dovrebbe essere Kamenka, dove sto concentrando alcuni autocarri rimasti in panne nella retrovie. Per i collegamenti con il mio gruppo ho come base gli uffici tedeschi che ci forniscono di benzina e per i viveri che ci mancano ci riforniamo presso la popolazione dove c’è abbondanza di latte , uova e galline . Finalmente con gli ultimi automezzi arrivo in linea il 28 marzo con le strade ridotte dal disgelo a canali di fango. Siamo in un villaggio: Orlowo Ivanovka, sulla linea difensiva tenuta dai Bersaglieri dei 6° Rgt. arrivati come noi nel febbraio. Mi sono sistemato nell’isba (casetta), del comando di gruppo, accanto all’alloggio dei mio comandante . Dopo un’ispezione alla linea del fronte, che si snoda a 4Km dalle nostre postazioni, sulla cresta delle ondulazioni del terreno che ci fronteggia, il maggiore n’incarica di costruire un bunker a quota 331,7 fra quelli dei bersaglieri. Gran parte dei lavoro viene fatto di notte per evitare le attenzioni e le reazioni del nemico! Scelta una squadra di artiglieri di buona volontà in una settimana riusciamo a creare un confortevole locale per le nostre osservazioni in territorio occupato dai nostri avversari.

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Il 120° nella campagna di Russia

Nella notte dell’8 febbraio 1942, partiva dal campo di Marte a Padova, il 120° Rgt. Art. Mot. con destinazione il fronte russo. Aveva scritto, come motto, sulla bandiera: “Nuove vampe ne la grande fiamma”. Venne costituito nell’agosto 1941, presso il deposito del 20° Rgt. Art. “Piave” nella caserma di Riviera San Benedetto con artiglieri in maggioranza della provincia di Padova. Dopo un intenso addestramento, nell’ottobre ’41, fu destinato al C.S.LR. (Corpo di spedizione italiano in Russia), che al comando del Col. Di Janni, raggiungeva, dopo un viaggio in convoglio ferroviario che durava otto giorni, la località di Tighina in Romania per proseguire poi, per via ordinaria, sulla strada coperta di neve, di Tírapol, Odessa, Pavlograd e Stalino facendo con i nostri automezzi circa mille chilometri. All’arrivo in terra di Russia fu glaciale l’impatto, per uomini ed automezzi, con i 25-30° gradi sottozero della steppa! A1 suo arrivo in zona d’operazioni il 120° Rgt. Art. fu schierato alle spalle del 6° Rgt. Bersaglieri che era a presi­dio della quota 331,7 di fronte alla località di Iwanowka e Nikitino, passando alle dipendenze della Divisione “Celere”. Su questa quota, il 27 giugno 1942, il primo gruppo del 120′ Rgt. ebbe il battesimo del fuoco, qui c’era il nostro osservatorio, ma il nemico fu respinto. All’inizio delle operazioni estive il 12 luglio 1942, seguen­do il 3° e 6° Rgt. venne conquistato l’importante centro carbonifero di Krasnij Lutsch. Durante l’avanzata verso il Don, il 30 liglio, in fase di schieramento del Reggimento i russi sferrano un potente attacco con 39 carri armati del tipo T.34 che colse di sor­presa il II gruppo, del 120° Rgt. i cui “pezzi da 75” furono 10 su 12 schiacciati dai carri, mentre gli artiglieri dei I e III gruppo continuarono a sparare a distanza ravvicinata sui carri armati in movimento costringendoli, per le per­dite subite, a rinunciare allo scontro ed a rientrare nelle proprie linee. Sul campo di battaglia rimanevano le carcasse, fuman­ti, di ben 14 carri armati russi. II bollettino di guerra n. 802 dell’1 agosto 42, così diceva: “Alla battaglia che da settimane si sta combattendo sui fronti dell’est, portano un valido contributo le truppe ita­liane. I Bersaglieri del 3° e del 6°, gli Artiglieri del 120°, hanno suscitato l’ammirazione cameratesca dei reparti tedeschi con i quali hanno combattuto per la comune vittoria”. I15 agosto la testa di ponte di Serafimovisch, sul Don, era annullata ed i Bersaglieri del 6′ Rgt. con gli Artiglieri del 120°, si attestavano sulla riva del Don. Durante l’improvviso attacco dei carri armati del 30 luglio, veniva ferito gravemente il comandante del I gruppo, magg. Piazza e moriva il sergente Castelli di Padova con alcuni Artiglieri, essi furono sepolti nel cimitero di Karatgisch all’ombra di una grande croce con la scritta: “Ma i carri armati non passarono”. Nei giorni 15 e 16 agosto il Reggimento si concentra nella zona di Diogtevo, come previsto luogo di riposo, ma il 22 agosto con la Div. Celere si raggiunge la località di Krischilin per rioccupare le posizioni lasciate dalla Div. Sforzesca. Il giorno 23 agosto iniziano i combattimenti sulle alture in­torno ad Iagodni dove il nostro 3° gruppo partecipa alla battaglia sparando alle minime distanze con “alzo 0”. Il 26 agosto si partecipa all’azione per la conquista di Bach­mutkin, località già occupata dai russi e poi riconquistata dai Bersaglieri. In queste operazioni il reggimento ebbe sette morti e 15 feriti fra ufficiali e soldati.

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Il cambio al comando del 120° Rgt.Art. Mot. è avvenuto in Russia fra il Col. Di Janni ed il Col. Ugo De Simone.Il primo gruppo era comandato dal Magg. Piazza. Il 28 Maggio 1942 a quota 331,7, mentre era con me in pattuglia moriva, colpito alla gola da una scheggia di mortaio l’artigliere Colferai; era il primo caduto del mio gruppo. Con l’inizio delle operazioni belliche il 12 luglio 1942, partenza con tempo piovoso e strade impraticabili, un autocarro del 3° gruppo salta su una mina: cinque sono i morti. Percorsi 65km in territorio nemico, in giornata si sosta a Fascevka. Il 14 luglio 1942 da Fascevka si arriva a Petrovenki, percorsi km 40. Aerei tedeschi mitragliano per errore una compagnia di bersaglieri in avanzata. Il 20 luglio 1942 da Petrovenki a Karakas: una motocarretta salta su una mina: due morti. Abbiamo percorso 70 km . Il 25 luglio 1942 seguendo i bersaglieri del 6° Rgt. occupiamo Vorosilograd: finalmente abbiamo trovato una strada in buono stato. Tempo piovigginoso. Abbiamo percorso km 75. 26 luglio 1942: si attraversa il Donez con arrivo a Milerovo: strada discreta; km 130. 27 luglio 1942: tappa da Milerovo a Ponomarevka; percorsi 150km su strada discreta. 29 luglio 1942 da Ponomarevka all’ansa del Don con arrivo a Karatgchf; km 65. Il 6° Rgt. Bersaglieri è schierato sul Don, e noi con loro a km 4 dal fiume mettiamo in posizione le nostre artiglierie da 100/17. 30 e 31 luglio 1942: cruenta battaglia contro una brigata di carri armati T/34 e T/18 che erano in una testa di ponte sul Don, ed in due giornate di combattimenti con l’aiuto di una batteria tedesca da “ 88” , furono distrutti 39 carri. I nostri pezzi da 100/17 e da 75/27 spararono con alzo “ 0” . Alcuni carri arrivarono alla seconda batteria del secondo gruppo travolgendo cannoni e automezzi. Mentre ero al goniometro per dirigere i tiri con il mio comandante, che venne ferito, io per sfuggire a un carro che mi tallonava a pochi metri, e per evitare gli eventuali tiri della mitragliatrice, correndo di slancio mi adagiai su una cunetta del terreno e il mio angelo custode con le sue ali mi protesse dal cingolo che mi stava schiacciando. Ebbi paura, ma ero salvo! Dopo la battaglia si alzavano fiamme dai carri armati colpiti. Mi fece impressione un soldato russo che in un carro era rimasto carbonizzato al sedile di guida.

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