Introduzione
Questo breve racconto di Antonio Fistarol, spiega la singolare acquisizione dell’Archivio giornali di guerra, “Dovunque” e “La Domenica del Fronte Russo” appartenuti al Tenente Baldini Rualis (Direttore dello stesso Dovunque), la particolarità della documentazione, il valore storico e le vicende del suo ritrovamento dopo anni di giacenza in una cantina.
C’è un particolare che rende questa raccolta singolare, la presenza di dischi in vinile, di fattura tedesca ma registrati in lingua e dialetti italiani, che il sig. Fistarol è riuscito a trasporre in un file digitale.
Si tratta di un audio di dialoghi tra soldati italiani, costruiti ad arte dalla propaganda, che parlano proprio del “Dovunque“, delle difficoltà per stamparlo in una tipografia sottratta ai russi e del perché è stato scelto questo nome. È facile immaginare l’emozione provata di fronte a questo primo ascolto del quale si riportano le prime impressioni dello stesso Fistarol: “[…] per il loro ascolto serviva un giradischi che girasse a 78 giri e in senso contrario, cioè dall’interno verso l’esterno. […] mi sono dedicato alla manomissione di un vecchio HiFi con il quale sono riuscito nell’intento.” Un’emozione “[…] sentire le voci dei soldati del CSIR che raccontano, in una specie di dialogo a più voci e in vari dialetti, le difficoltà della stampa del giornale, le difficoltà di comprensione con i tipografi russi e i momenti della vita in guerra a contatto con il “nemico”, nonché qualche battuta di scherno tra camerati.”.
La qualità dell’audio estratto è abbastanza buona da permettere di afferrarne il contenuto, anche se si perde qualche battuta all’inizio e alla fine dei dischi.
Si fa un accenno al Dovunque quando ne vengono distribuite alcune copie e un soldato chiede del perché sia stato scelto quel titolo. Risposta in dialetto bresciano o bergamasco: “Perchè dovunque vol dir da per tutt” […]”.
Il racconto di di Antonio Fistarol
Schio, 17 marzo 2009
Tutto iniziò verso la fine di giugno, quando decisi di mettere ordine nelle foto e nei documenti relativi alla guerra in Russia di mio padre.
Un pò perché stanco di spostare questi reperti da un cassetto all’altro, un po’ perché mi venne la curiosità di ricostruire la storia di quel periodo del quale non mi aveva mai parlato, se non per qualche piccolissimo episodio trascurabile.
Passando e ripassando le foto, per cercare di capire se qualche elemento mi dava una indicazione del luogo e delle date in cui erano state scattate, mi compariva spesso la figura di un tenente degli alpini in posa con mio padre o con altri ufficiali, talvolta con lo sfondo di città abbastanza grandi altre volte davanti ad una tenda, in maniche di camicia oppure imbacuccati in mezzo alla neve. Sul retro di alcune il grado ed il nome del Ten. Antonio Baldini.
Incuriosito, pensai di fare una ricerca tramite L’Alpino, rivista dell’Associazione Nazionale Alpini, a cui sono abbonato. Feci pubblicare una foto del Baldini e dopo un paio di mesi mi telefonò il figlio che mi disse di non essere molto sicuro, ma che gli sembrava di riconoscere suo padre. Mi disse che non sapeva molto delle vicende della guerra, ma si ricordava che il suo incarico era di dirigere un giornaletto che si chiamava Dovunque.
Io possedevo i primi tre numeri del Dovunque e non avevo mai fatto caso alla firma sul fondo!
Decidemmo di incontrarci per scambiarci qualche altra notizia utile alla mia ricerca e quindi qualche giorno dopo, a fine dicembre, me ne andai su per i monti del Cadore, in uno sperduta frazione nelle vicinanze di Lorenzago a conoscere il sig. Luigi Baldini che mi ha accolto con grande gentilezza e simpatia, mi ha raccontato che il padre, classe 1900, era nato a Rualis frazione di Cividale del Friuli . Era vissuto in varie città tra cui Venezia, Verona, dove aveva lavorato come giornalista presso i quotidiani locali per poi concludere la sua vita lavorativa, come direttore responsabile de ” La Provincia Pavese ”. Stanco di essere confuso con i tanti Baldini sparsi per l’Italia, aveva deciso di aggiungere il nome del paese in cui era nato alla sua firma. Era morto alla bella età di 96 anni in quel paesino del Cadore. Mi confessò anche che il padre aveva un carattere piuttosto chiuso e non parlava volentieri di se.
A parte queste notizie, il sig. Luigi non ricordava dove poter trovare foto, documenti o altro del periodo di guerra del padre. A causa di molti traslochi e spostamenti tanto materiale era sicuramente andato perduto oppure era in quegli scatoloni lassù sullo scaffale, in alto, nello scantinato che lui, con i suoi 71 anni e pieno di acciacchi alla schiena, non si sentiva di prendere. Aveva preparato per me un pacco del Dovunque rilegato. Su mia insistenza (ero disposto a rovistare per tutta la casa) mi condusse nello scantinato che effettivamente si presentava piuttosto ingombro e trovammo altre copie del Dovunque oltre a riviste del primo dopoguerra che trattavano della guerra in Russia. Molti scatoloni mi davano l’impressione di essere contenitori di chissà quanto materiale interessante, ma alla fine ho solo strappato una promessa che si sarebbe fatto aiutare per recuperare qualche reperto e che ci saremmo risentiti più avanti. Come ultimo dono il signor Luigi mi ha regalò due dischi incisi in Russia con attrezzatura tedesca che, a suo dire, contenevano dei radiogiornali che venivano ritrasmessi alla radio italiana. Purtroppo sul normale giradischi non funzionano perché sono incisi in senso inverso e quindi dovrò studiare una soluzione per poterli ascoltare.
La gesto del sig. Baldini forse è dovuto al disinteresse per le vicende del padre e allo scarso legame per gli oggetti appartenutigli, o magari per un senso di rispetto verso oggetti che, benché per lui rappresentino poco o niente, immagina che facciano parte di una storia che vale per altri.
O forse, più semplicemente sono oggetti che ingombrano i ricordi.
La sua generosità ha comunque permesso di poter disporre di interessanti e rari documenti di studio.
Giunto a casa, tramite internet, ho fatto ricerche sul Dovunque e questa è storia che conosciamo.
Antonio Fistarol