In ricordo dell’amico G. Martelli

di Giuseppe Bassi

Martelli era il sottotenente del 120° Reggimento Artiglieria Motorizzato con il quale Giuseppe Bassi e Giovanni Ghibelli condivisero l’esperienza della guerra al fronte russo. Fu lo stesso Bassi a incoraggiare Martelli a resistere alle faticosissime marce a piedi del “Davaj”. Bassi gli fu sempre vicino, come dimostrano queste poche righe di ricordo dell’amico scomparso.

Villanova Camposampiero, 29 marzo 2009 Il 24 marzo 2009 è morto il mio grande amico, Guido Martelli, cl.1920, già S.ten. del 120° Rgt. Art. Mot., III div. Celere (Csir) partito per la Russia l’8 febbraio 1942.

Interprete di tedesco, lingua che conosceva perfettamente, avrebbe potuto restarsene in uno degli alti comandi delle retrovie, anziché condividere con colleghi ed artiglieri i pericoli della guerra in prima linea, facendo parte, anche lui, delle pattuglie O.C. (Osservazione e Collegamenti) che condividevano con i Bersaglieri del 3° e del 6°Rgt. la vita nei bunker della linea di difesa invernale di fronte a Nikitino.

Passato il freddo inverno in luglio iniziò la grande offensiva che portò i Bersaglieri ed il 120° Rgt. ad attestarsi sulle sponde del fiume Don, dopo aver contribuito a distruggere con i tedeschi il 30 e 31 luglio una brigata di corazzati nemici T34 e T18, nella battaglia di Serafimovič.

Nel mese di maggio avevamo, entrambi, rinunciato ad una licenza per esami per non mancare all’inizio della prevista offensiva estiva. Dopo l’inizio dell’offensiva sovietica del 17 dicembre 1942, Guido partecipò con i bersaglieri alla battaglia di Mescoff, dove venne catturato. Il giorno 24 dicembre 1942 ci incontrammo nuovamente durante quelle che furono chiamate le infernali “marce del davai” e condividendo una sola gavetta ed un solo cucchiaio, per due persone, siamo riusciti a sopravvivere con pane nero, miglio e ortiche nei lager di Tambov, Oranki e Suzdal. Il 7 luglio 1946, dopo tre lunghi mesi di viaggio per il rimpatrio, Guido abbracciava il papà che l’aveva atteso alla stazione di Udine. Finalmente eravamo ritornati alla vita!

Giuseppe Bassi


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